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lunedì 7 aprile 2014

Benvenuta primavera!



Domenica di Aprile, il sole splende tiepido in un cielo terso come solo poche volte si può vedere.
Ieri il lavoro in campo è stato davvero duro, i muscoli doloranti mi chiedono di non ripetere la stessa faticosa esperienza ma, come si fa a non montare in una giornata così!
Marevellos bruca il fieno placidamente all'ombra fresca del suo box, non posso dire che sia felice di vedermi entrare ma non sembra neppure così riluttante a uscirne.
Stranamente è pulito.
Guardo la sella da dressage con scarso interesse poi, ripensandoci decido di usarla; è pur sempre più leggera di quella Minorchina!
Il campo anteriore, bagnato di fresco, si sta riempiendo di piccoli moscerini.
La vera controindicazione della primavera appena sbocciata.
Comincio il riscaldamento al passo con aria distratta, le montagne che si stagliano nitide in lontananza sono un richiamo irresistibile.
Ogni anno, con l'arrivo della bella stagione, cresce la mia insofferenza verso il rettangolo.
Sogno verdi prati, sentieri sterrati, lunghe passeggiate in campagna!
Guardo nuovamente il cielo terso...
Mentre varco il cancello Manu mi urla "dove diavolo vai, sei appena entrata in campo!"
Oggi non mi avrai negriero istruttore noi usciamo!
Il traffico come sempre è sostenuto, la statale che dobbiamo costeggiare è fra le più trafficate della zona e solo una sottile striscia di erba ci separa dalle auto che sfrecciano.
Pochi metri più avanti un enorme camion ha posteggiato proprio sul nostro abituale passaggio, impreco mentalmente contro l'autista che, per non fare altri 50 mt e arrivare alla zona industriale, ci costringe a scendere sull'asfalto.
Marevellos sembra non gradire troppo l'ostacolo bianco davanti a lui, le orecchie già adese alla testa nella sua solita posizione si appiattiscono ancora di più a dimostrazione della sua contrarietà.
Gli accarezzo piano il collo e, proprio mentre sembra rilassarsi, il suono prolungato di un clacson lo fa scartare di lato.
Una mano fuori dal finestrino in un saluto inopportuno e l'altra ben premuta sul volante, la macchina passa sulla corsia opposta senza affatto preoccuparsi dell'evidente nervosismo del cavallo ne dei miei improperi.
Non è certo la prima volta che succede una scena simile ma ogni volta mi chiedo cos'abbia nel cervello chi strombazza passando a fianco un animale.
Scuoto la testa indispettita, adesso mi ci vorrà qualche minuto per calmare il mio compagno nero che, come immaginavo, non è più così desideroso di proseguire il cammino.
Per fortuna la stradina che ci farà deviare verso la tranquillità dei campi non è lontana, ci basterà percorrere ancora qualche centinaio di metri che ormai dispero di fare con passo tranquillo quando, proprio da dietro l'ultimo capannone sbuca, con un rumore infernale un trattore e relativo rimorchio.
Sono io a sobbalzare per prima, nonostante il rumore che produce non lo avevo proprio visto.
Marevellos si fida di me, me lo ha dimostrato più volte, ma se si accorge di una mia insicurezza torna immediatamente a essere l'ombroso animale dei primi tempi.
Questa volta lo scarto è più deciso, conoscendolo so che tenterà di girare sui proverbiali tacchi e tornarsene al galoppo nel suo box!
Per una frazione di secondo ho anche la voglia di lasciarglielo fare, questa prima uscita si sta rivelando un idea non proprio fenomenale.
Mi ci vuole più tempo per ristabilire la calma ma nonostante tutto riesco a riprendere il cammino e posare gli zoccoli sul primo pezzo del sentiero sterrato...grazie Dio, finalmente pace e tranquillità!
Non so se il grosso cane nero che ci sta venendo incontro abbaiando come un ossesso si chiami "Pace" o "Tranquillità" quello che so di certo è che mi ritrovo nuovamente a rimpiangere la sella Minorchina che non ho voluto usare...
Marevellos a questo punto non sente ragioni, teso come una corda di violino è indeciso se scartare verso destra o sinistra ma in ogni caso è decisissimo ad abbandonare il sentiero immediatamente.
Una levada e un paio di piroette dopo sto addirittura rimpiangendo il traffico della statale, sembra proprio che oggi le sorprese non finiscano mai.
Rientrare in maneggio è escluso, ormai siamo in ballo e balleremo, nel bene o nel male.
Sono tanti mesi che non percorriamo questi sentieri, sembrano tutti uguali, i punti di riferimento sono cambiati secondo la nuova disposizione che i contadini della zona hanno dato ai nuovi campi arati.
Non possiamo perderci solo perchè la struttura dell'ipermercato sorto proprio di fronte all'ingresso del maneggio si staglia chiara per chilometri dandomi almeno l'impressione di sapere dove siamo.
Tutto il resto però è cambiato, lo ammetto, stiamo girando in tondo da almeno dieci minuti.
Cambio sentiero e direzione, non so dove porti ma almeno non mi ritroverò a guardare lo stesso cartello come ora.
Il rumore degli zoccoli spezza il silenzio, in lontananza il traffico somiglia al ronzio di insetti giganti, il sole caldo mi fa pizzicare la pelle delle braccia nude, il manto nero del mio compagno si è acceso di riflessi rossicci, piano piano ci stiamo rilassando entrambi cominciando a goderci la passeggiata.
La strada scelta finisce sulla riga nera della statale, non era proprio quello che avevo in mente accidenti, potremmo tornare nuovamente indietro e cercare un altro passaggio ma dal nulla, un oca grossa più di un tacchino, sbuca starnazzando ad ali aperte.
Questa ci mancava del tutto, in tanti anni di giri in campagna l'aggressione di un volatile non l'avevamo proprio mai subita!
La bestiaccia sembra decisamente intenzionata a passare alle vie di fatto, Marevellos è a un passo dal balzarle sopra a quattro zampe e polverizzarla, io non so se mettermi a ridere o a piangere...volevo solo rilassarmi un po...
A questo punto è esclusa la possibilità di tornare sui nostri passi, forza ragazzone la statale ci attende!
Di positivo posso solo dire che faremo immensamente prima a rientrare a casa, di negativo ovviamente il transitare su asfalto per un paio di chilometri fra le automobili ma quando la scelta è unica...beh...muoviamoci.
Comincio a vedere in lontananza la rotonda che ci porterà diritti in maneggio, il traffico sembra essersi calmato e i pochi conducenti di passaggio non hanno ancora manifestato interesse a saluti strombazzanti, un autobus di linea rallenta venendoci incontro quando il torace sotto me si gonfia a dismisura lasciandomi interdetta a chiedermi cosa stia succedendo.
Un nitrito assordante spettina l'autista del bus dietro il vetro, il mio destriero generalmente silenziosissimo sta chiamando a gran voce qualcuno che non riesco a vedere.
Dalla mia sinistra un altro nitrito risponde al richiamo...ma porca miseriaccia...siamo proprio di fianco ai paddoc in cui le cavalle prendono il sole!
Adesso chi lo dice allo stallone che noi proseguiremo il cammino senza fermarci!?
Benvenuta primavera...nonostante il sole caldo, il cielo terso e le montagne all'orizzonte per un po resteremo al sicuro nel rettangolo!

venerdì 21 marzo 2014

Anime senza ali

Marevellos corre in libertà






Il fatto che l’uomo sappia distinguere tra il bene e il male dimostra la sua superiorità intellettuale rispetto alle altre creature; ma il fatto che possa compiere azioni malvagie dimostra la sua inferiorità morale rispetto a tutte le altre creature che non sono in grado di compierle.
Mark Twain

lunedì 2 settembre 2013

Domenica bestiale


Stranamente è tutto pronto.
La riunione organizzativa è già finita, i numeri da presentare questa volta non sono molti, l'attrezzatura che viaggerà con noi minima, il trasporto arriverà non prima di altre due ore e i ragazzi stanno lavando l'ultimo cavallo.
Uno splendido panino mi guarda dal piatto che mi hanno appena messo davanti e che sto già pregustando....quando scoppia il delirio.
La vibrazione del cellulare arriva nello stesso istante in cui, sbucato dal nulla, Emanuele incredulo dichiara: Kronos ha perso un ferro!!!
Lo guardo un attimo basita mentre ringhio una risposta al microfono....è il Boss....l'impianto stereo non sarà sul posto...dobbiamo caricare il nostro....e Davide non ha con se i due computer necessari per le musiche.
Il sole mi sembra un po più pallido di prima ed il panino meno invitante....adesso mi sveglio....
Mancano due ore scarse allo spettacolo ed il cavallo di punta è appena stato messo fuori gioco da una sciocchezza che oggi rischia di diventare una tragedia....
Ci si alza più o meno tutti assieme, tutti con i cellulari in mano, tutti a contattare i maniscalchi della zona....due persone che mangiano ad un tavolo più in là ci guardano come si guarderebbe un invasione di cavallette apparse in sciame dal nulla....non capiscono cosa stia succedendo...sembravamo innocue, normali persone fino ad un attimo fa.
La squadra ricerca maniscalco si disperde nel piazzale per non intralciare le altrui, concitate conversazioni, mentre l'unico auto-munito libero corre con Dado a recuperare i pc rimasti a casa...mancano esattamente un ora e quarantacinque minuti al disastro....
Quaranta telefonate e quarantacinque minuti dopo siamo seduti in circolo...la testa fra le mani...le facce scure...i cellulari bollenti...nessuno ha trovato soluzione....
Un mormorio costante di sottofondo....che sfiga...accidenti...ma dai...non ci credo....ma sempre a noi....ed altre che non è bello ripetere...
Manu si alza di scatto "Ok ragazzi, Kronos resta a casa, Isabella tu parti per prima, Nicholas entri subito dopo con un assolo, Lidia e Dado rispettano la scaletta con il loro doppio, il carosello non si può fare....lo sostituiamo con un numero a seguire in linea...Nico, stai davanti tu, Levantate lo presentiamo da solo come finale."
Gli appiedati, per fortuna oggi ci sono, si occuperanno di Corp mentre Dado monterà l'impianto assieme ad Isa, prima di cambiarsi e montare in sella....non c'è tempo per vestire i sostituti temporanei con l'abito da gala per cui sarò l'unica a sfilare fra le bancarelle...ce la possiamo fare...
Il trasporto è puntuale...noi un filo meno...ma con un ritardo ragionevole siamo tutti pronti, il posto non è lontano ma all'arrivo le sorprese ci attendono malevole...
L'unica presa di corrente è situata in un posto improponibile...le prolunghe non ci sono e le casse, praticamente appoggiate fianco a fianco, non permettono di utilizzare il microfono senza filo che produce sibili degni di un cobra di malumore....il numero di Isabella non si può fare....
La gente comincia a prendere posto, il sole è davvero caldo, la giacca del frac mi si è già incollata alla camicia che a sua volta è diventata la mia seconda, bollente, pelle....
Arrivano anche Penco e Nicholas, partiti con il secondo viaggio...meno male visto che ancora non siamo riusciti a risolvere i problemi fonici....il pubblico accaldato si perde a fotografare i cavalli che stanno passeggiando in campo....i bambini sono impazienti ma per ora procede tutto bene...
E finalmente la musica parte....
Penco ha finito...io e Dado siamo all'ingresso...ma la nostra canzone parte prima che si arrivi in posizione...acceleriamo trottando per rimetterci in pari con le parole e non rischiare di finire in ritardo che è sempre una cosa orrenda da vedere...un attimo fa scherzavamo sul non ricordare più lo schema del numero, in realtà i vari pezzi si stanno snocciolando con naturalezza dopo giorni di prove a casa...il "fiocco" seguito da un "imbuto" ci porta sulla linea longitudinale dove un altra figura ci permetterà di separarci per eseguire sulla diagonale il "nodo" che è anche il punto più coreografico del pezzo per poi appaiarci e finire il numero con un "doppio app" che altro non è se non una doppia cessione sulle diagonali.
Siamo in sincronia con la musica nonostante il leggero ritardo iniziale ed il pezzo finisce con una doppia levada che ci porta diritti davanti al pubblico per il saluto finale.
Ovviamente usciamo, a mani opposte, lanciati al galoppo....non si fa lo so....ma con Dado c'è ancora una diatriba aperta su chi spianerà chi....in ogni caso la gente gradisce perché le mani battono forti!
Il ghiaccio è rotto....anche questa volta riusciremo a finire in bellezza....
Per dirla alla Vasco Rossi "in quattro parole....noi siamo ancora qua...eh già! "


 

lunedì 29 luglio 2013

Il vecchio ed il cavallo



C’era una volta, in un villaggio, un vecchio. Era molto povero, ma anche i re erano invidiosi di lui perché aveva un meraviglioso cavallo bianco.
Un cavallo come quello non era mai stato visto: aveva bellezza, portamento, forza. I re, per quel cavallo, erano disposti a pagare cifre favolose. Ma il vecchio rispondeva:
"Questo cavallo, per me non è un cavallo, è una persona. Come si può vendere una persona? E’ un amico e non una cosa. Come puoi vendere un amico?"