Nessuno può giudicare la vita di un altro guardandola da fuori....
C'era una volta un simpatico cavallino
selvatico che trascorreva le sue giornate
in libertà, passeggiando per i campi e
mangiando il cibo che trovava.
Durante uno
dei suoi giri quotidiani ebbe modo di vedere
un suo simile, dall'aspetto sano e robusto,
che brucava l'erba in un grande prato
cintato da un'alta staccionata di legno.
Esso, osservando l'animale domestico, pensò:
"Che bella vita! Lui sì che sta bene: é
spensierato, senza problemi e con il cibo a
volontà".
In effetti l'altro cavallo sembrava
proprio fortunato: gli venivano serviti due
pasti abbondanti al giorno, riposava in una
stalla bene attrezzata ed aveva un pascolo
meraviglioso a sua disposizione.
Il cavallino selvatico, invece, doveva
accontentarsi dei miseri sterpi che riusciva
a trovare ai margini della strada, perché i
prati ricoperti di erbetta fresca erano
tutti privati.
Ogni tanto, animaleil povero appoggiava il muso sulla cima della
staccionata e, guardando l'altro, lo
invidiava da morire.
Un
giorno, pero, il giovane,
girovagando tranquillo, incontrò sulla via,
un animale talmente sovraccarico di legna,
sacchi di grano ed altro da non essere in
grado di capire di che bestia si trattasse.
Quando questa, per reagire ad una violenta
frustata del suo padrone, tirò un calcio e
alzò il muso, lo riconobbe: era il cavallo
domestico che fino a quel giorno aveva tanto
invidiato!
"Eh, caro mio," gli gridò affiancandosi a
lui "a questo prezzo non farei mai cambio
con te. Nessuno mi comanda, io sono libero e
leggero come una libellula. Se poi non
mangio bene come te, meglio, mi mantengo in
linea. E per sopravvivere mi arrangio".
Dopo
quell'incontro il cavallino selvatico non provò
più alcuna invidia per il suo simile.

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