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lunedì 10 giugno 2013

Nessuno può giudicare la vita di un altro guardandola da fuori....

C'era una volta un simpatico cavallino selvatico  che trascorreva le sue giornate in libertà, passeggiando per i campi e mangiando il cibo che trovava. 
Durante uno dei suoi giri quotidiani ebbe modo di vedere un suo simile, dall'aspetto sano e robusto, che brucava l'erba in un grande prato cintato da un'alta staccionata di legno. 

Esso, osservando l'animale domestico, pensò: "Che bella vita! Lui sì che sta bene: é spensierato, senza problemi e con il cibo a volontà". 

In effetti l'altro cavallo sembrava proprio fortunato: gli venivano serviti due pasti abbondanti al giorno, riposava in una stalla bene attrezzata ed aveva un pascolo meraviglioso a sua disposizione.
Il cavallino selvatico, invece, doveva accontentarsi dei miseri sterpi che riusciva a trovare ai margini della strada, perché i prati ricoperti di erbetta fresca erano tutti privati. 


Ogni tanto, animaleil povero  appoggiava il muso sulla cima della staccionata e, guardando l'altro, lo invidiava da morire.
Un giorno, pero, il giovane, girovagando tranquillo, incontrò sulla via, un animale talmente sovraccarico di legna, sacchi di grano ed altro da non essere in grado di capire di che bestia si trattasse. 


Quando questa, per reagire ad una violenta frustata del suo padrone, tirò un calcio e alzò il muso, lo riconobbe: era il cavallo domestico che fino a quel giorno aveva tanto invidiato!
"Eh, caro mio," gli gridò affiancandosi a lui "a questo prezzo non farei mai cambio con te. Nessuno mi comanda, io sono libero e leggero come una libellula. Se poi non mangio bene come te, meglio, mi mantengo in linea. E per sopravvivere mi arrangio". 
Dopo quell'incontro il cavallino selvatico non provò più alcuna invidia per il suo simile.

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