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martedì 9 luglio 2013

My life

Non sono ancora venuta a salutarti.


Sento i tuoi occhi che mi seguono nei gesti quotidiani, oramai familiari, per te, che da mesi mi osservi silenzioso.



Preparo tutto come sempre, come se anche oggi fosse la solita routine di un lunedì come tanti,

ma non riesco a guardarti negli occhi.


Sono arrivati gli esiti delle analisi, li ho letti con la speranza di trovare una risposta che sapevo non poteva esserci.



Che fossi un caso grave lo sapevo sin dall'inizio, lo si vedeva nei gesti lenti, nei muscoli che a volte tremavano così forte da non riuscire a sorreggere il tuo notevole peso, in quella coperta che oramai portavi sempre, anche se la primavera era inoltrata.



Si leggeva nei tuoi occhi scuri, una tristezza infinita, come una sfumatura di rimpianto per le corse che non avresti più fatto



In questi mesi sei diventato il primo pensiero dell'alba e l'ultimo della sera, quando venivo a controllare che tutto fosse pronto per la notte che ciò di cui avresti potuto aver bisogno fosse lì vicino a te.



Ho imparato a conoscere di te i bisogni, le manie, il carattere a volte collerico, ti ho visto passare da una totale indifferenza, ad una cauta fiducia.



Una fiducia che per me voleva dire la ricompensa dalle fatiche in più che l'aggravarsi della malattia

aveva comportato, una fiducia che cercavo di non tradire con una costante presenza a discapito della mia vita fuori.


Oramai ti fidavi solo di me, quando le crisi si facevano intollerabili ero io che ti calmavo, sono rimasta per ore seduta accanto a te a parlarti di cose che non capivi e di cui non ti sarebbe importato comunque, era il suono delle parole che contava, solo quello.



Mi sentivo dire da tutti: "molla un pò, in fondo è solo un lavoro". Solo un lavoro certo, ma come spiegare che davanti al tuo essere così indifeso non riuscivo a dire basta, vado a casa, per oggi ho finito.



Così le ore diventavano giorni, pranzi e cene consumati seduta su di una balla di paglia che era insieme la mia sedia ed il tuo cuscino la stessa su cui oggi ti guarderò andartene cercando di trattenere le lacrime.



Buon viaggio amico mio, ti auguro di trovare prati verdi in cui galoppare ancora felice.


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