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mercoledì 1 maggio 2013

I sogni son desideri....

Attento a ciò che desideri perchè potresti averlo.
L'ho sentito dire da mia madre per anni...ed ogni volta mi faceva sorridere fino al giorno che ho compreso l'esatto significato della frase.
Il mio amore per i cavalli e per l'equitazione in generale è storia antica, cominciata talmente tanti anni fà da avere ormai perso il conto, ma come spesso capita nella vita vorrei e posso non vanno sempre assieme.

Tante volte ho guardato un cavallo desiderando di poterne avere uno tutto mio.
Nei miei sogni doveva essere un Argentino pezzato bianco e nero...stile mucca per capirci...ma il momento giusto per la sua realizzazione sembrava non dover arrivare mai tanto che, col passare degli anni, avevo accantonato l'idea.
Ma il fato vuole che, per tutt'altri motivi, abbia occasione di visitare un maneggio non molto lontano da casa mia...un maneggio un pò particolare dove i cavalli sono tutti neri....
In campo un animale che svogliatissimo lavora, magro come un chiodo, un andatura orribile dove i posteriori più che alzarsi strisciano al suolo, le orecchie talmente spianate da risultare quasi invisibili.
Mentre mio marito sbriga le faccende che ci han portato lì mi fermo a bordo campo ad osservare quello strano animale....mai guardare un cavallo mi ha messo a dosso tanta tristezza...
Passano i mesi, il ricordo sbiadisce, la vita prosegue fra casa lavoro e figli ma il destino non aveva ancora finito di giocare e così mi ritrovo un altra volta in quella struttura ormai rimessa a nuovo ed appena inaugurata.
E' proprio in quest'occasione che ho modo di conoscere il proprietario di quel cavallo che ancora ogni tanto mi torna in mente la sera.
Scopro così che è in vendita.....anzi, mio marito scopre che è in vendita e decide che anche i sogni più stagionati hanno diritto alla loro occasione....e me lo regala.
Se la sorpresa è stata tanta la gioia è stata immensa!
Ho finalmente un cavallo tutto mio....un cavallo che decisamente non è pezzato...un cavallo che non so neppure come si chiami....Marevellos mi dicono...Meraviglioso...sarà, anche se non è più magro come lo ricordavo io potrei appena appena definirlo "carino"...e con taaaaanta fantasia....ma è MIO.
Il giorno dopo vado a conoscere il mio nuovo compagno....è nel suo box ed a differenza degli altri stalloni è molto tranquillo...troppo tranquillo...la testa girata verso il muro non dà segno di aver notato la mia presenza...sembra perso in un mondo lontano, dove i rumori di quella scuderia non arrivano.
Non si gira neppure all'apertura del box...non si gira quando entro...non si gira quando lo chiamo...non si gira neppure quando gli poso una mano sul fianco...solo un lieve tremolio delle orecchie mi fa sperare che non sia sordo.
Non mi pare un buon inizio....che fare a questo punto? 
La voglia di montarlo è tanta ma forse è meglio provare semplicemente a portarlo in paddok per qualche minuto....si lascia mettere la capezza senza problemi...esce dal box senza tirare...la testa bassa, il passo lento,  le orecchie spianate, non si guarda attorno.
Mi sento un pò meno entusiasta di prima lo ammetto...
Entriamo nel paddok assieme...sfilo la capezza e faccio due passi indietro veloci aspettandomi di vederlo partire al galoppo felice di essere libero ma lui non si muove....esco, chiudo il cancello e mi ci appoggio sopra...qualcosa farà pure!
Nulla. Nell'ora successiva restiamo a guardarci come due statue....immobili...nemmeno i moscerini lo convincono a muovere un muscolo...mi arrendo all'idea che ci sia qualcosa di sbagliato...rientro, gli rimetto la capezza e lo riporto nel box.
Mi tornano in mente le parole di mia madre "attenta a quello che desideri...."
Questa scena mi si ripresenterà tutti i giorni per i successivi sei mesi....testa verso il muro nel box...immobilità statuaria nel paddok....giorno dopo giorno...dopo giorno...dopo giorno....
Mi rifiuto di montare un cavallo che non sa fare il cavallo....devo capire dove sia il problema...cominciano le visite veterinarie...gli esami sono perfetti, è magro ma sta lentamente prendendo peso, i denti sono un disastro terrificante e prendo una lavata di capo mostruosa dal veterinario...i piedi sono conciati anche peggio...altra lavata di capo....le giornate adesso sono scandite dal lavoro, la casa....e le visite quotidiane in maneggio dove una statua nera attende la sera guardando un muro.
Ma tutto deve avere una fine....arriva il giorno in cui finalmente mi guarda...mi guarda veramente, con stupore, come se la mia costante presenza avesse finito per fargli pensare che forse qualcosa sarebbe davvero cambiato anche per lui.
Arriva il giorno in cui nel paddok muove il primo incerto passo avanti....poi diventano due...tre...e finalmente parte al galoppo!
Adesso posso finalmente provare a montare il mio cavallo......ma questa è tutta un altra storia....





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