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venerdì 31 maggio 2013

Il cavallo e l’eclisse.


Dalla fervida fantasia di un amico, che già avete avuto modo di leggere in questo blog, nasce una fiaba che vi accompagnerà in questa serata.....

Un grande Re, molto ben voluto dal suo popolo per la sua generosità, amava molto i suoi cavalli di razza Minorchina. 
Il Sovrano aveva un figlio dal carattere egoista, una persona molto piena di sé che trattava tutti come degli oggetti. 

Il Principe decise di uscire a cavallo, il Re gli consigliò di non andare, perché al buio non sarebbe stato in grado di guidare il cavallo e sarebbe stato molto pericoloso. Quella sera c’era una magnifica luna molto luminosa e non capì le parole del Re. A notte tarda ignorando il consiglio del Padre, fece preparare dal suo stalliere il cavallo preferito dal Sovrano di nome Maestoso, salì in sella e gli disse: “Adesso ti prendo e ti porto dalla mia amata così mi divertirò” e gli intimò di comportasi bene altrimenti avrebbe usato speroni e frusta.”
Si avviarono, entrarono in un bosco e piano piano si fece sempre più buio fino a non vedere più nemmeno la strada.
Il Principe impaurito dal buio, scese da Maestoso lo prese per le redini è si rimise lentamente in cammino. Ad un certo punto Maestoso si arrestò, il Principe iniziò a imprecare fino a frustarlo per farlo procedere. Dopo aver ricevuto molte frustate fece allora due piccoli passetti in avanti, il Principe avanzò cadendo così in una buca molto profonda avendo come unico appiglio le redini di Maestoso. 
A quel punto Maestoso arretrò tirando in salvo in Principe. Malconcio, tremante e un po’ intontito gli sembrò di sentire la voce di Maestoso che gli diceva: “Padrone sali in sella che ti porto io dalla tua amata”. 
Salì in sella e si sentì subito più sicuro, smise di avere paura e uscendo dal bosco la luna lentamente riprese a risplendere. 
Fu in quel momento che al Principe si riaprirono gli occhi, vide le cose in modo nuovo, ricordò il consiglio di suo Padre e l’amore che aveva per i suoi cavalli, capì l’importanza e la bellezza del cavallo Minorchino e perché gli diede il nome “Maestoso”. 
Era come se lo vedesse per la prima volta, si commosse nell’ammirare il riflesso della luna sul suo lucido mantello nero. 
Gli disse: “Grazie Maestoso, fedele destriero, da oggi non sarai solo un cavallo ma un compagno da rispettare e amare, con il quale condividere il futuro”. 
Arrivati a destinazione abbracciò la sua amata e chiese a Maestoso di salutarla con un inchino. 
Fecero ritorno tutti e tre al Castello, il Re vedendoli arrivare fece subito preparare una grande festa in loro onore. 
La fanciulla cavalcava una splendida giumenta dal mantello bianco, Maestoso si mise al suo fianco e le schiacciò l’occhietto in modo furbetto.
“Giuseppe Caserta”

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