Dalla fervida fantasia di un amico, che già avete avuto modo di leggere in questo blog, nasce una fiaba che vi accompagnerà in questa serata.....
Un grande Re, molto ben
voluto dal suo popolo per la sua generosità, amava molto i suoi cavalli
di razza Minorchina.
Il Sovrano aveva un figlio dal carattere egoista,
una persona molto piena di sé che trattava tutti come degli oggetti.
Il
Principe decise di uscire a cavallo, il Re gli consigliò di non andare,
perché al buio non sarebbe stato in grado di guidare il cavallo e
sarebbe stato molto pericoloso. Quella sera c’era una magnifica luna
molto luminosa e non capì le parole del Re. A notte tarda ignorando il
consiglio del Padre, fece preparare dal suo stalliere il cavallo
preferito dal Sovrano di nome Maestoso, salì in sella e gli disse:
“Adesso ti prendo e ti porto dalla mia amata così mi divertirò” e gli
intimò di comportasi bene altrimenti avrebbe usato speroni e frusta.”
Si
avviarono, entrarono in un bosco e piano piano si fece sempre più buio
fino a non vedere più nemmeno la strada.
Il Principe impaurito dal buio,
scese da Maestoso lo prese per le redini è si rimise lentamente in
cammino. Ad un certo punto Maestoso si arrestò, il Principe iniziò a
imprecare fino a frustarlo per farlo procedere. Dopo aver ricevuto molte
frustate fece allora due piccoli passetti in avanti, il Principe avanzò
cadendo così in una buca molto profonda avendo come unico appiglio le
redini di Maestoso.
A quel punto Maestoso arretrò tirando in salvo in
Principe. Malconcio, tremante e un po’ intontito gli sembrò di sentire
la voce di Maestoso che gli diceva: “Padrone sali in sella che ti porto
io dalla tua amata”.
Salì in sella e si sentì subito più sicuro, smise
di avere paura e uscendo dal bosco la luna lentamente riprese a
risplendere.
Fu in quel momento che al Principe si riaprirono gli occhi,
vide le cose in modo nuovo, ricordò il consiglio di suo Padre e l’amore
che aveva per i suoi cavalli, capì l’importanza e la bellezza del
cavallo Minorchino e perché gli diede il nome “Maestoso”.
Era come se lo
vedesse per la prima volta, si commosse nell’ammirare il riflesso della
luna sul suo lucido mantello nero.
Gli disse: “Grazie Maestoso, fedele
destriero, da oggi non sarai solo un cavallo ma un compagno da
rispettare e amare, con il quale condividere il futuro”.
Arrivati a
destinazione abbracciò la sua amata e chiese a Maestoso di salutarla con
un inchino.
Fecero ritorno tutti e tre al Castello, il Re vedendoli
arrivare fece subito preparare una grande festa in loro onore.
La
fanciulla cavalcava una splendida giumenta dal mantello bianco, Maestoso
si mise al suo fianco e le schiacciò l’occhietto in modo furbetto.
“Giuseppe
Caserta”

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